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La fidanzata americana

2022 triangolo amoroso 1

(by Antonio Abbate)

Via dei ciclamini iniziava lì dove finiva il palazzo dell’avvocato Lucino. Il primo tratto sulla sinistra era delimitato dal muro di tufo del giardino dell’avvocato, poi la via si apriva sulla campagna recintata da filo spinato fino alla sede tramviaria.

Sulla destra c’erano, senza soluzione di continuità, le abitazioni.

L’ultima di quella strada era un grande palazzo che del portone aveva ormai solo i cardini. Si accedeva dall’ingresso a un grande cortile su cui si aprivano varie stanze a pianterreno e tre scalinate che portavano ai piani superiori.

Due bassi erano occupati da Mariella. In uno vi abitava, nell’altro teneva due mucche.

Adiacente c’era un altro ancora più ampio, munito di un portone enorme sempre aperto. All’interno si componeva di due ampi cortili reciprocamente perpendicolari che formavano un angolo retto. Le abitazioni erano simili a quelle del primo palazzo con bassi e scale per i piani superiori.

Tra i due cortili c’era un gabbiotto molto frequentato. Era chiuso da una porta di assi di legno mal ravvicinate, schermo precario e insufficiente di una turca al servizio di tutti i residenti.

Questi due “luoghi” erano abitati da un’umanità molto variegata, in maggioranza dignitosamente povera e anche da persone che invece, avevano perso, a causa della povertà e per ignoranza, anche l’umana dignità.

In prevalenza vi dimoravano contadini, operai, braccianti, cameriere ma anche mantenute e prostitute occasionali.

Le meno povere erano le famiglie contadine alle quali almeno non mancava un pasto quotidiano.

Una di queste era la famiglia della sorella di Mariella, Rachele, già madre di sette figli, alla quale toccò la fortuna di avere ancora un parto trigemino.

Il figlio maggiore Pasquale, un bel giovane ventenne, dal fisico tornito e scurito dai duri lavori nei campi in pieno sole, alto, con lineamenti regolari, muscolatura d’acciaio, era legato a Mariella, sua zia, da un amore grande e morboso. Fin da piccolo, proprio dopo la nascita dei tre gemelli, prese a frequentare assiduamente la casa della zia che era nubile e sola, perché lì riceveva quelle coccole e attenzioni che la madre non poteva riservargli dovendo accudire i tre neonati. Trascorreva molto tempo con lei, spesso si tratteneva da lei anche di notte e divenuto adulto la frequentazione si era fatta ancora più assidua. Era diventato amante della sua zia quarantacinquenne.

Pasquale era dotato di una grande forza fisica che spesso faceva provare a chi osava dir male della zia. Poiché ce n’era da dire abbondantemente sul comportamento della donna, spesso qualcuno si ritrovava i connotati cambiati a suon di pugni.

La signora aveva una doppia vita. Al mattino girava per il paese vestita modestamente e calzando stivali neri di gomma, trascinandosi dietro una mucca per vendere il latte porta a porta. Talvolta, a sera inoltrata invece, soprattutto quando si trovava in difficoltà economica, si vestiva per quanto poteva elegantemente, si truccava pesantemente e si recava a pochi metri da casa sua sul viottolo sterrato percorso dai binari del tram, per vendersi.

Tra i suoi clienti assidui c’era Nunzio detto “l’americano”, un anziano benestante, che era stato in America per alcuni anni ed era ritornato in paese abbastanza ricco.

Questi era noto poiché trascorreva le sue giornate al bar Sport giocando a bigliardo o a carte e intrattenendo, tra una partita e l’altra, gli avventori raccontando della sua vita in America. Non parlava dei lavori che aveva svolto o delle città in cui era vissuto; raccontava solo delle sue avventure amorose vere o presunte con dovizia di particolari e di volgarità, trattenendo attorno a sé un uditorio attento e credulone di uomini ignoranti ed inibiti.

Gli incontri tra Nunzio e Mariella divennero sempre più frequenti. Tra di loro si creò una tale familiarità da potersi permettere l‘uomo di consigliarla ed ammonirla.

“Devi smetterla con questa vita; ti stai buttando via; tu sei fatta per fare la signora”.

Per amore e anche per convenienza avendo bisogno di una donna che accudisse lui e sua figlia, da poco giunta dall’America, pur essendoci tra lui e Mariella almeno vent’anni di differenza, le chiese di sposarlo.

Inizialmente la donna respinse la proposta ironizzando sulla differenza d’età e ricordandogli il suo mestiere, ma Nunzio insisteva nella sua richiesta e Mariella, esaminate le convenienze, si convinse che il matrimonio con Nunzio avrebbe potuto risolvere gran parte dei suoi problemi ed accettò. Il matrimo le avrebbe almeno consentito di non fare il porta a porta all’alba per vendere il latte e di non più prostituirsi per necessità.

A Pasquale non avrebbe mai rinunziato. Temeva molto la sua reazione, perciò, provò a dirglielo prima come ipotesi scherzosa suscitando l’ilarità del giovane che divenne invece furioso quando gli comunicò, mentre cenavano insieme, che aveva deciso di accettare di sposare l’americano.

Pasquale furibondo rovesciò la tavola imbandita e se ne andò sbattendo la porta, dopo averla ricoperta di epiteti ingiuriosi e di volgarità che trasse fuori dal suo ben fornito vocabolario di parolacce.

Stette lontano dalla zia per alcuni giorni ma la febbre di passione che lo legava a lei lo fece ritornare e Mariella riuscì a convincerlo che il matrimonio con Nunzio sarebbe stata una buona soluzione conveniente anche per lui: insieme avrebbero approfittato delle sostanze del vecchio. Il loro rapporto non sarebbe stato ostacolato perché lei si sarebbe fatto promettere dal futuro anziano marito che, dopo il matrimonio, mai si sarebbe opposto alla frequentazione di Pasquale al quale, era tanto affezionata da considerarlo più che a un figlio.

“Quanto pensi che possa ancora vivere quel vecchio pazzo? Hai visto come beve? Ci sistemeremo entrambi”.

Il matrimonio fu celebrato con rito civile nella casa comunale del paese e testimoni furono Pasquale e Maryanne, la bella figlia americana.

La sposa pretese anche il viaggio di nozze e, dopo il rituale pranzo nuziale al quale parteciparono tutti i parenti di Mariella, gli sposi novelli partirono alla volta di Sorrento e per una settimana girarono per le isole del golfo e per le località più note della costiera amalfitana.

Marianne fu affidata da Nunzio a Pasquale. “Mi raccomando stalle vicino, non lasciarla mai sola!” Fu come affidare la pecora al lupo. Chi metterebbe la paglia vicino al fuoco?

Il giovane prese alla lettera la raccomandazione dell’uomo e non si staccò mai dalla ragazza, di giorno e neanche di notte. D’altronde Maryanne era bellissima.

Al ritorno degli sposi i due giovani erano innamorati e già fidanzati. Lei gli aveva anche promesso che, diventata sua moglie, sarebbero andati insieme negli States.

Dopo le nozze Nunzio non cambiò il suo stile di vita preferendo il bar alla casa e alla moglie, soddisfatto solo di trovare il piatto in tavola, la camicia pulita e Mariella a letto la notte.

Pasquale pur essendo innamorato perso di Maryanne, non ebbe la forza di rompere con la zia e le frequentava entrambe con discrezione.

Tutto filava liscio come l’olio. Nunzio aveva ottenuto una badante tuttofare, Mariella non aveva perso Pasquale, questi, ancora amante della zia, aveva trovato una fidanzata ricca e americana.

L’idillio si interruppe quando Maryanne rivelò a Pasquale di essere a conoscenza della vera natura dei rapporti che legavano lui e la zia e gli intimò di interromperli immediatamente se avesse voluto continuare con lei.

“Va da lei e dille che ami me e solo me”.

Messo di fronte all’alternativa, Pasquale scelse Maryanne ma non ebbe il coraggio di dire alla vecchia amante che la lasciava per l’americana.

Le disse invece che la lasciava perché non poteva tollerare di fare l’amore con una che dormiva con un vecchio alcolizzato. Mariella decise: “Vedrai che per farti contento non dormirò più con lui; però devi pazientare”.

Dopo questa promessa Pasquale continuò ad incontrarsi con Mariella nella vecchia casa di via Ciclamini e quando la zia era assente, nella casa di Nunzio con Maryanne che sembrava non nutrire più dubbi sull’esclusività del rapporto con Pasquale.

L’unica novità fu il peggioramento improvviso della salute dell’americano che cominciò ad accusare gravi inspiegabili dolori.

La causa della malattia la conosceva bene Mariella che aveva acquistato al Consorzio agrario un potente fitofarmaco che però non aveva utilizzato in campagna.

La morte di Nunzio non risolse la situazione perché aveva eliminato il finto ostacolo che si frapponeva alla relazione fra Pasquale e Mariella; invece la richiesta fatta da Maryanne al giovane fidanzato rimaneva ancora inevasa. Tuttavia il menage a troi sembrava proseguire indisturbato.

Fu una lettera anonima, arrivata ai carabinieri, a rimettere nel giusto ordine le cose.

“Troppo in fretta avete seppellito l’americano, indagate e scoprirete la verità”.

Il cadavere del vecchio riesumato fu sottoposto all’autopsia ed il medico legale rilevò che la morte era stata causata da avvelenamento.

La perquisizione ordinata dal magistrato nelle abitazioni di Mariella avrebbe avuto esito negativo se non fosse intervenuta Maryanne che suggerì al maresciallo di controllare un pozzetto nella campagna di Mariella, dove, ne era sicura, avrebbero trovato validi elementi per risolvere il caso.

Ne seguì l’arresto della donna e Pasquale ne fu molto addolorato. Accusò Maryanne di essere stata infame e crudele anche se dentro di sé le concedeva una attenuante, pensando che avesse voluto vendicare l’omicidio del padre.

Maryanne non si offese per gli epiteti a lei riservati, né si giustificò; disse laconicamente: “Sono soddisfatta perché ho fatto tutto quello che doveva essere fatto e tutto è andato secondo i miei piani”.

Dopo qualche giorno, espletate le pratiche ereditarie susseguenti alla morte del genitore, annunciò a Pasquale che sarebbe ritornata in America da sola.

Il giovane, offeso e deluso dalla decisione della ragazza, le rinfacciò che una donna veramente innamorata non si sarebbe comportata come lei che l’aveva spinto a lasciare la sua donna e poi l’abbandonava.

“Hai ragione” gli rispose Maryanne “una donna innamorata non ti avrebbe lasciato ma io non sono mai stata innamorata di te. Ti ho solo usato per ottenere quello per cui sono venuto in Italia e cioè di vendicarmi di Nunzio”.

“Non ci capisco più niente; sei venuta per uccidere tuo padre? Mai avrei immaginato che dietro quel bel faccino si nascondeva una iena”.

“Si, sarò, come dici, un mostro, ma Nunzio che non era mio padre; era un essere malvagio, sanguinario e crudele.”

Nunzio era stato il secondo marito di sua madre, non era suo padre. Si era arricchito collaborando con una gang di delinquenti che taglieggiavano i commercianti e sfruttavano le donne. La colpa che doveva pagare era di aver abusato di lei fin da bambina.

“Tutto quello che ho fatto è stato finalizzato al compimento della mia vendetta che ho perseguita fin dalla prima adolescenza; ho tramato affinché l’omicidio fosse commesso da uno di voi due. In caso di fallimento del mio piano sarei stata comunque pronta e decisa ad assassinarlo personalmente”.

“Se come dici ti abbiamo risolto noi il problema, perché hai fatto arrestare Mariella?” le chiese furibondo Pasquale,

“E me lo chiedi? L’ho fatto per te, affinché ti liberassi dal suo giogo e tornassi alla vita normale di un giovane”. “Quando ti chiesi di interrompere i rapporti con lei, capii che non ci eri riuscito anche se finsi di crederti.

Adesso sei veramente libero e potrai trovare una ragazza adatta a te e magari realizzare il tuo sogno di emigrare in America. Lì ti aiuterò a sistemarti, se vorrai”.

“Mai” esclamò Pasquale “Tu sei cinica e cattiva, hai preso da tuo padre!”

“Non è mio padre” si limitò a rispondere Maryanne.

Il confronto fra loro degenerò in una violenta lite.

Pasquale minacciò Maryanne di farle pagare la carcerazione di Mariella. L’accusò di essere stata la causa della loro rovina. In preda all’ira alzò il braccio per colpirla al volto.

Con un balzo la ragazza si ritrasse: “Se solo osi toccarmi, rivelerò che eri d’accordo con lei. Lo so e ne ho le prove che volevate liberarvi di Nunzio per vivere insieme godendovi le sue ricchezze. Siete stati imprudenti a dirlo a chi so io”.

Maryanne partì e non volendo niente che le ricordasse il suo perfido patrigno cedette tutti i beni che Nunzio possedeva nel paese, al comune affinché li destinasse in beneficenza.

Con Pasquale non ci fu neanche un formale saluto.

2022 triangolo amoroso 2

Domenica, 27 Novembre 2022
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