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Luigi, l'ingegnere

 truffatore12

(by Antonio Abbate)

La bambina è un po' anemica, ha bisogno di mare. Mare, mare ripeteva ad ogni visita il pediatra.
Andammo al mare. Scegliemmo l’Adriatico, spiagge ampie e sabbiose, fondale basso, basso dalla riva per molti metri. Ci sembrò il più adatto e sicuro per una bambina di pochi anni.
Prenotammo un lido del ravennate, ordinato, tranquillo, familiare.
La vacanza inizialmente procedeva con una rilassante e serena routine: bagni, ore al sole, giochi di sabbia con la piccina.
Tutto cambiò dopo pochi giorni quando ci raggiunse l’ingegnere Luigi.
Entrò in scena in modo teatrale. Scese in spiaggia con la sua famiglia, lui ben rasato, azzimato, con una barbetta scolpita perfettamente che finiva in un pizzetto che gli copriva solo la punta del mento, capelli all’indietro con gel, abbigliamento di marca. La moglie, donna appariscente alta, slanciata ma formosa, dai lunghi capelli neri carbone, era avvolta in un pareo violetto che lasciava trasparire un mini bikini di un viola più scuro.
La bambina che mostrava una decina d’anni, vestiva alla marinara con gonnellina a righe e cappellino bianco da cui pendeva un nastro blu.
Si sistemarono sotto un ombrellone in prima fila accompagnati dal bagnino che dopo pochi minuti ritornò con un vassoio per servire loro bibite colorate, in lunghi bicchieri di vetro.
Luigi si assunse il ruolo di animatore della spiaggia. Invitava tutti a non poltrire sotto gli ombrelloni ma a muoversi e divertirsi. Con lui non si stava mai fermi.
Organizzò gare di bocce, di pallavolo, di carte, di calcio e al pomeriggio coinvolse quasi tutti nella pesca dalla spiaggia con la sciabica. Credo che quel tipo di rete si chiamasse così o almeno così la chiamava lui.
Il pescato, conservato in un congelatore, al raggiungimento di una sufficiente quantità veniva servito nelle cene organizzate in spiaggia.
Luigi divenne un personaggio ammirato dalle donne e riverito dagli uomini, un mito fra i villeggianti.
Raccontò la sua vita. Si era fatto dal nulla e senza l’aiuto di nessuno.
Da bambino era vissuto in un collegio, ci raccontò anche i dettagli. Prima a Pesaro dove nessun parente andava a trovarlo e dove soffriva nel vedere che gli altri almeno di tanto in tanto ricevevano visite. Poi per buona sorte fu trasferito a Pavia dove i genitori la domenica presero a fargli visita. Dal collegio era uscito a diciotto anni. Lavoro e studio e grandi sacrifici e così si era laureato in ingegneria edile. Ora era titolare di un’azienda ed aveva un’ottima posizione che gli avrebbe consentito di fare vacanze nei posti più rinomati. Quell’anno era costretto a stare lì perché aveva un appalto pubblico nei dintorni di Ravenna. Lavori urgenti, ma, io mi chiedevo quando lavorava. Era sempre in spiaggia con la moglie. Lei era l’unica che se ne allontanava a ogni fine settimana.
Anche la signora suscitava grande ammirazione e qualche invidia per i suoi meravigliosi costumi e i molti parei colorati che cambiava più volte al giorno.
Luigi costruì intorno a sé una cerchia di amici abbastanza ampia.
Anch’io ne facevo parte. Anzi, ad un certo punto, prese a frequentarmi con maggiore assiduità quasi con insistenza come volesse convincermi che mi aveva prescelto come amico privilegiato.
Sostava a lungo sotto il mio ombrellone, faceva complimenti esagerati alla bambina e a mia moglie, mi chiedeva consigli su sue vicende personali. Questo comportamento mi lusingava; lo consideravo un segno di grande stima.
Dopo alcuni giorni di questo trattamento mi chiese un favore, un piccolo prestito.
“Ho un appalto a Lugo, mi disse, a pochi chilometri da qui. Per necessità ho assunto due lavoratori non in regola, come si dice, in nero che retribuisco a settimana.
Ieri distrattamente ho dimenticato di prelevare e oggi sabato la banca è chiusa e a me dispiace non potere dare in tempo la paga a due padri di famiglia. Il mio amico (e mi fece un nome a me sconosciuto) mi ha già prestato cinquecentomila lire; se tu potessi prestarmene altrettanto o almeno due/trecentomila. Lunedì appena riapre la banca ti restituirò tutto”.
Già ero passato per un’esperienza negativa. Con quanta fatica e difficoltà avevo recuperare un piccolo prestito fatto ad un collega tempo addietro. Perciò rifiutai senza titubanza anche se mi dispiaceva di non poter aiutare una persona tanto gentile.
“Non posso, dissi; ho contanti solo per arrivare a fine mese e non vorrei trovarmi in difficoltà con gli impegni presi.”
“Tranquillo, lunedì riavrai tutto e magari anche un regalino”.
“Insisto, non posso; sarò eccessivamente pessimista ma nessuno può prevedere cosa accadrà domani; uno sciopero a oltranza, una tua improvvisa partenza per necessità.
Sono ipotesi, lo so, ma voglio stare tranquillo negli ultimi giorni di vacanza”.
Luigi provò ad insistere ma quando capì che la mia decisione non sarebbe cambiata, seppur contrariato cercò di non darlo a vedere.
Sorridendo mi disse: “provvederò diversamente, non preoccuparti, amici come prima”.
Non fu come prima poiché Luigi pur riservandomi ancora una certa cordialità affettata, prese a frequentare assiduamente un altro della momentanea compagnia trascorrendo con lui il tempo che prima mi dedicava.
I giorni della mia vacanza giunsero alla fine. Con dispiacere salutai gli amici di quella divertente vacanza al mare e ritornai a Milano.
Trascorso un anno quando si trattò di scegliere dove andare al mare non ci furono dubbi. Ritornare a Ravenna, alla stessa spiaggia dove avevamo trascorso una vacanza divertente e comoda.
Il Lido “Le dune” appariva identico a quello dell’anno precedente ma i villeggianti erano abbastanza cambiati. Molti di quella divertente combriccola non erano ritornati; c’erano solo i vecchi amici che abitavano in paesi e città prossimi a Ravenna.
Mi sembrò strano che dopo una vacanza tanto divertente quasi nessuno l’avesse replicata. Soprattutto mancava Luigi e senza di lui in spiaggia erano latitanti divertimento e allegria.
Attesi qualche giorno poi chiesi a quello che mi sembrava essere stato l’amico più caro di Luigi.
“Alessio hai notizie dell’ingegnere, sai se verrà quest’anno?”
Alessio mi guardò torvo: “mi prendi in giro o non sai niente davvero?”
Non sapevo niente.
Allora Alessio mi mise al corrente di quelle che per me erano novità assolute.
Luigi non era ingegnere e nemmeno si chiamava Luigi. Tutto ciò che ci aveva raccontato era falso e strumentale alla realizzazione dei suoi piani.
Con i suoi modi garbati, i suoi racconti bugiardi, col suo operato era riuscito a truffare un considerevole numero di persone.
Aveva chiesto prestiti a tanti e non li aveva restituiti; era scomparso, non rintracciato nemmeno dalla polizia.
Non aveva neanche saldati i conti con i gestori del lido che l’avevano trattato con la massima fiducia e rispetto.
“Ma il più truffato sono stato io, mi confidò Alessio; deficiente che mi ero tanto affezionato a lui da pensare che ricambiasse i miei sentimenti. L’avevo anche invitato nella mia campagna. Lui tutto gentile si mise a disposizione per progettarmi gratuitamente, anzi mi avrebbe anche procurato i materiali a un buon prezzo, un pontile per il mio stagno compreso nella proprietà.
Poi sul più bello, dichiarando di trovarsi in momentanea difficoltà, essendosi dimenticato di andare in banca, mi chiese un prestito. Senza titubanza gliel’ho dato, era un amico! “.
Ma a questo punto Alessio aveva commesso una grave imprudenza. Aveva confidato a Luigi di avere una discreta somma in contanti che aveva incassato da una assicurazione e di non sapere come investirla. Luigi ne aveva subito approfittato per farsela affidare promettendo interessi che nemmeno si sognava.
“Non ci posso credere, gli dissi, una famiglia apparentemente così a modo. La moglie tanto gentile e buona che ogni settimana interrompeva la sua vacanza per andare a curare gli anziani genitori”.
“Ma quali genitori, altra bugia. Sai dove andava?”
“No dimmeli tu”
“In Svizzera a lavorare ed è meglio che non ti dico dove!”

Martedì, 26 Marzo 2024
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